Durante il periodo dello sviluppo infantile vi sono degli oggetti che assumono un significato speciale per il bambino, come ad esempio, l’orsacchiotto, un bambolotto, una copertina etc. Questa tipologia di oggetti vengono chiamati in psicologia oggetti transizionale.

Il primo a coniare questo nome fu Donald W. Winnicott, spiegò come l’oggetto trasizionale sostituisce progressivamente il legame simbiotico madre-figlio.
Winnicott scrive: “Il punto essenziale dell’ oggetto transizionale non è il suo valore simbolico, quanto il fatto che esso è reale. E’ un’illusione ma è anche qualcosa di reale”.
Questo concetto di oggetto trasizionale fu reso popolare in tutto il mondo anche attraverso il personaggio di Linus, creato nei fumetti di Charles M. Schulz. Tanto che in Italia l’oggetto trasizionale viene comunemente definito “copertina di Linus“. Nel fumetto, Linus definisce la sua copertina come una cosa che è in grado di farlo sentire sicuro e felice.
Però, oggi voglio parlarvi di oggetto transizionale nell’età adulta.
Secondo un sondaggio del 2011, circa il 35% degli adulti britannici dormono ancora con un orsacchiotto.
Si crede che l’oggetto trasizionale sia solo limitato allo sviluppo infantile, mentre invece anche in altre fasi della vita vi sono degli oggetti che assumono un significato speciale.
Questa nozione di oggetto transizionale può essere ampliata per includere rappresentazioni della propria famiglia, casa e cultura. Questi oggetti possono dare forza e assistenza psicologica rappresentando l’attaccamento emotivo del possessore.

L’oggetto, assume quindi, il compito di accettazione della realtà, ma ciò non è mai completato; infatti nessun essere umano è libero dalla tensione tra il rapporto della realtà interna con la realtà esterna. Per questo, il bisogno di un oggetto specifico, può ricomparire in un’età successiva, ad esempio quando si vive una minaccia di privazione.
Rispetto alle varie fasi della vita gli oggetti che assumono questo significato possono essere fotografie, registrazioni musicali o persino opere d’arte realizzate con membri della famiglia. Soprattutto se vi sono continui trasferimenti o costanti movimenti che portano la persona lontano da casa, è molto comune che venga portato con sé un oggetto come supporto emotivo.
In età adulta alcuni oggetti vengono quindi distaccati dalla loro stretta funzionalità oggettiva, così facendo acquisiscono un valore affettivo, diventano nuovi oggetti transizionali.